È stato un Primo Maggio diverso dagli altri quello organizzato dall’UGL che a Roma ha commemorato le vittime del lavoro. Nel 2017 se ne sono verificate ben 1029, e solo nel Lazio, nei primi tre mesi del 2018 se ne sono verificati addirittura 21, il doppio rispetto al trimestre del 2017, una piaga a cui non si riesce a mettere un freno. La Capitale guida la classifica del maggior numero di morti (65) e infortuni sul lavoro con 35.373 denunce, seguita a grande distanza da Latina (3.576 infortuni), Frosinone (3.090), Viterbo (2.287) e infine Rieti con 1.154 casi. Dunque nessun corteo, comizio, musica né festa, ma soltanto un intenso momento di riflessione insieme alle 1029 sagome bianche che sono state installate in Piazza San Silvestro a Roma in rappresentanza delle morti bianche. #lavorarepervivere e non certo morire per il lavoro, lo slogan scelto dal sindacato è chiaro e vuole essere da monito nei confronti di chi deve occuparsi di rendere maggiormente sicuro ogni tipo di impiego. Presente alla manifestazione oltre al Segretario Nazionale Paolo Capone anche il Segretario Regionale Armando Valiani: “I numeri purtroppo sono negativi e a tratti spaventosi. È necessario – sottolinea Valiani – l’intervento della Regione Lazio che deve garantire normative moderne per la sicurezza sui luoghi di lavoro. Il poco lavoro che c’è va salvaguardato e regolamentato perché nel 2018 non è più tollerabile morire di lavoro. Come Ugl ci battiamo da sempre su questa tematica, sono tanti gli spunti e i suggerimenti che abbiamo avanzato alle istituzioni. Tocca a loro e in particolare alla Regione Lazio intervenire”.