La pandemia ormai si trova allo stadio finale del suo corso con qualche minaccia di colpo di coda, ma l’esperienza cinese ci racconta quanto sia stato importante aver mantenuto in Italia una ferma condotta per combattere il Covid, pur in presenza di contrasti ed equivoci provenienti da ambienti minoritari, perlopiù generati da propaganda di destabilizzante organizzata dai nemici dell’Europa ed assunta politicamente dai loro epigoni indigeni che purtroppo si incoraggiano anche da alcuni ambienti governativi.
Anche l’altra questione annosa che abbiamo affrontato è l’energia, su cui si sono trovate nuove soluzioni più rassicuranti che nel passato prossimo e remoto ci avevano condotto dritti dritti nella gabbia di Putin, con la complicità di alcune cerchie imprenditoriali e politiche.
Vi ricordate quando la propaganda russa cercava di dissuadere l’Europa e l’Italia ad intraprendere la scelta di fare a meno del gas russo usato per ricattarci? L’argomento insistito era il pericolo di rimanere senza gas per le famiglie abbandonate al freddo e la perdita grave di lavoro in conseguenza del blocco delle produzioni industriali. Facevano eco a questi interessati avvertimenti, ambienti nostrani ben individuati ed assai esposti nel rapporto con il dittatore russo.
Tuttavia il presidente del consiglio Mario Draghi, con l’ausilio dell’Eni, è riuscito questa estate dopo un tour impegnativo in Africa ed in medio oriente a stipulare accordi con nuovi fornitori provvedendo già da da ottobre scorso a riempire riserve di fabbisogno pari al 95% per garantire gli italiani.
A tutt’oggi, abbiamo usato solo il 10% della provvista, raggiungendo condizioni di sicurezza nell’approvvigionamento tra le migliori d’Europa, Germania compresa. Il tutto mentre si profila per il futuro un Italia hub per la distribuzione in Europa del gas che risalirà la penisola dal medio oriente e nord Africa, che soppianterà le condotte del nord est provenienti dalla Russa e modificherà sensibilmente interessi e relazioni con il continente nero ed i paesi dell’Asia a noi territorialmente più vicini.
Sicuramente queste modificazioni aiuteranno l’Europa e l’Italia a riprendere in mano le proprie responsabilità rispetto a quest’area geopolitica vitale per il nostro avvenire anche su altri nodi come le immigrazioni ed il loro sviluppo. La guerra continua con tanto sangue e tante privazioni soprattutto a danno del valoroso popolo ucraino, ma si spera di ottenere al più presto la pace datosi che sull’aggressore si stanno abbattendo pesanti conseguenze a causa dei suoi brutali atti, e per aver incontrato una forte resistenza dagli ucraini e sdegno di tutti gli stati democratici del mondo, situazione che ha impedito ai russi di mettere impunemente a profitto i loro piani illegali e diabolici.
In politica invece permangono segnali contraddittori. Non è ancora spiegabile la brusca interruzione autolesionista del governo di Mario Draghi e tuttavia le sue principali impostazioni europee ed atlantiche appaiono per ora gestite in continuità dall’attuale governo. Quanto ai travagli più evidenti che interessano gli schieramenti dominanti, sicuramente condurranno ad evoluzioni future più consone per un paese che dimostra essere in grado, quando necessario, di recuperare sufficiente responsabilità ed acume.
Ed intanto la nostra economia ed il sociale continuano a somigliare ad un calabrone: secondo le leggi della fisica non dovrebbe volare, ma seppur in difficoltà ci resta sospesa da terra. L’Italia dunque aspetta di risolvere i propri guai, e potrà ritrovare le virtù necessarie per sanare le ferite della povertà, delle ingiustizie, degli sprechi, dei ritardi ingiustificabili nelle attività più necessarie per il suo sviluppo, se si affiderà al buon senso, alla laboriosità, alla solidarietà, e soprattutto al Signore. Buon anno nuovo agli italiani.