Lo slogan
«8 ore di lavoro, 8 di svago, 8 per dormire», era lo slogan coniato in Australia nel 1855 — condiviso da gran parte del movimento sindacale del primo Novecento — che aprì la strada a rivendicazioni generali e alla ricerca di un giorno in cui tutti i lavoratori potessero incontrarsi per esercitare una forma di lotta e affermare la propria autonomia.
Perché questa data?
A far ricadere la scelta su questa data furono i gravi incidenti accaduti nei primi giorni di maggio del 1886 a Chicago e conosciuti come Rivolta di Haymarket. A metà Ottocento, infatti, i lavoratori non avevano diritti: lavoravano anche 16 ore al giorno, in pessime condizioni, anche rischiando la vita. Il Primo maggio 1886 fu indetto uno sciopero generale in tutti gli Stati Uniti per ridurre la giornata lavorativa a 8 ore. La protesta durò tre giorni e culminò appunto, il 4 maggio, con un massacro represso nel sangue: una vera e propria battaglia nella quale morirono 11 persone.
Il ricordo in tutto il mondo
L’iniziativa divenne il simbolo delle rivendicazioni degli operai che in quegli anni lottavano per avere diritti e condizioni di lavoro migliori. Così, nonostante la risposta repressiva di molti governi, il Primo maggio del 1890 registrò un’altissima adesione. Oggi quella data è festa nazionale in molti Paesi, tranne che negli Stati Uniti dove il «Labor Day» si festeggia il primo lunedì di settembre ed è differente dall’«International Workers’ Day» che in America è stato riconosciuto, ma mai ufficializzato come giorno dei lavoratori.
Una curiosità?
In Italia la festività del Primo maggio fu ratificata due anni dopo, nel 1891. Durante il ventennio fascista, a partire dal 1924, la celebrazione fu anticipata al 21 aprile, in coincidenza con il cosiddetto «Natale di Roma» (nel 1947, quando si riprese a festeggiarlo il Primo maggio, la celebrazione venne repressa nel sangue a Portella della Ginestra). Dopo la fine del conflitto mondiale, nel 1945, fu ripristinata mantenendo lo status di giorno festivo. Dal 1990 i sindacati confederali Cgil, Cisl e Uil, in collaborazione con il comune di Roma, organizzano un grande concerto in piazza san Giovanni per celebrare il Primo maggio, rivolto soprattutto ai giovani,ma quest’anno non ci sarà a causa del coronavirus e tutto si celebrerà sul web e in piazze virtuali.Ma questo primo maggio, sicuramente, è diversoda tutti gli altri anni,perché tutti siamo più poveri e tutti combattiamo contro un nemico invisibile che ha messo già in ginocchio tutto il mondo. Ora bisogna difendere il lavoro che comincia ad essere cancellato dal coronavirus, in molti comparti.Ma il pensiero va soprattutto a tutti i medici e gli infermieri che sono morti sul lavoro.Sono stati tanti,troppi e noi non possiamo e non dobbiamo mai dimenticarli.
«8 ore di lavoro, 8 di svago, 8 per dormire», era lo slogan coniato in Australia nel 1855 — condiviso da gran parte del movimento sindacale del primo Novecento — che aprì la strada a rivendicazioni generali e alla ricerca di un giorno in cui tutti i lavoratori potessero incontrarsi per esercitare una forma di lotta e affermare la propria autonomia.
Perché questa data?
A far ricadere la scelta su questa data furono i gravi incidenti accaduti nei primi giorni di maggio del 1886 a Chicago e conosciuti come Rivolta di Haymarket. A metà Ottocento, infatti, i lavoratori non avevano diritti: lavoravano anche 16 ore al giorno, in pessime condizioni, anche rischiando la vita. Il Primo maggio 1886 fu indetto uno sciopero generale in tutti gli Stati Uniti per ridurre la giornata lavorativa a 8 ore. La protesta durò tre giorni e culminò appunto, il 4 maggio, con un massacro represso nel sangue: una vera e propria battaglia nella quale morirono 11 persone.
Il ricordo in tutto il mondo
L’iniziativa divenne il simbolo delle rivendicazioni degli operai che in quegli anni lottavano per avere diritti e condizioni di lavoro migliori. Così, nonostante la risposta repressiva di molti governi, il Primo maggio del 1890 registrò un’altissima adesione. Oggi quella data è festa nazionale in molti Paesi, tranne che negli Stati Uniti dove il «Labor Day» si festeggia il primo lunedì di settembre ed è differente dall’«International Workers’ Day» che in America è stato riconosciuto, ma mai ufficializzato come giorno dei lavoratori.
Una curiosità?
In Italia la festività del Primo maggio fu ratificata due anni dopo, nel 1891. Durante il ventennio fascista, a partire dal 1924, la celebrazione fu anticipata al 21 aprile, in coincidenza con il cosiddetto «Natale di Roma» (nel 1947, quando si riprese a festeggiarlo il Primo maggio, la celebrazione venne repressa nel sangue a Portella della Ginestra). Dopo la fine del conflitto mondiale, nel 1945, fu ripristinata mantenendo lo status di giorno festivo. Dal 1990 i sindacati confederali Cgil, Cisl e Uil, in collaborazione con il comune di Roma, organizzano un grande concerto in piazza san Giovanni per celebrare il Primo maggio, rivolto soprattutto ai giovani,ma quest’anno non ci sarà a causa del coronavirus e tutto si celebrerà sul web e in piazze virtuali.Ma questo primo maggio, sicuramente, è diversoda tutti gli altri anni,perché tutti siamo più poveri e tutti combattiamo contro un nemico invisibile che ha messo già in ginocchio tutto il mondo. Ora bisogna difendere il lavoro che comincia ad essere cancellato dal coronavirus, in molti comparti.Ma il pensiero va soprattutto a tutti i medici e gli infermieri che sono morti sul lavoro.Sono stati tanti,troppi e noi non possiamo e non dobbiamo mai dimenticarli.