“Finalmente ci è stata consegnata la Proposta di delibera sulla modifica delle Norme Tecniche di Attuazione del PRG, confezionata dalla maggioranza” spiega in un comunicato Marco Di Stefano, capogruppo Udc-Forza Italia in Assemblea Capitolina, “e da una prima, rapida lettura della stessa e dai primi confronti con operatori del settore e professionisti, risulta che l’assessore Veloccia disattende in questo atto gli indirizzi della mia Mozione, la n. 54 del 2022, controfirmata in blocco dalla stessa maggioranza, che tendeva la mano allo sviluppo della Rigenerazione Urbana nella Capitale e allo snellimento delle procedure, in una città ferma da anni sui temi dell’urbanistica, come incagliata, che ha fatto letteralmente scappare gli investitori proprio a causa della lentezza di queste procedure. Tra le modifiche proposte, mancano proprio gli interventi principali richiesti dall’Aula, come il fondamentale argomento della Rigenerazione Urbana (L.R. 07/2017), che ricordo essere la vera sfida del futuro!”.
“Scorrendo le norme proposte” prosegue Di Stefano, “non si percepisce nessuna snellezza burocratica, non c’è semplicità, né tantomeno chiarezza nei criteri di interpretazione che il funzionario di turno si troverà ad applicare; entrando un po’ più nello specifico, notiamo che il famoso art. 45 comma 6, sui cambi di destinazione d’uso verso abitazioni singole, non si discosta quasi per nulla dal medesimo articolo presente nel PRG del 2008, mentre gli artt. 52 e 53, sul tema dei PRINT (Programmi Integrati), mai partiti, mostrano una linea di apertura a ravvivare l’indotto edilizio, ma c’è da lavorare nell’ampliare le metrature minime per gli interventi diretti”.
“A mio avviso” precisa il consigliere, “bisogna dare più forza all’art. 21 sugli incentivi per il rinnovo edilizio e bisogna contestualizzarlo nelle norme di tessuto, cercando di creare ambiti di intervento; inoltre, si dovrebbe lavorare meglio sugli artt. 4 (Grandezze edilizie), 6 e 9, nonché inserire modifiche sulle norme applicabili nelle zone agricole e portarle al passo con la normativa regionale, che è ampiamente cambiata nel tempo”.
“In ultimo, ma non per importanza” conclude Di Stefano “occorre una profonda riflessione sulla ‘Carta della qualità’: non è più possibile che sia uno scoglio insormontabile per chi vuole investire in questa città“.
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