La stagione invernale potrebbe diventare un vero incubo per i poveri e i disagiati di Latina. È a rischio, infatti, il servizio del dormitorio pubblico. La struttura sembra chiuderà a dicembre.
“Ho ricevuto la segnalazione da una persona che attualmente vive le sue notti nel dormitorio comunale. A quanto sembra – afferma Valentina Pappacena, presidente dell’Associazione Valore Donna di Latina – una delle assistenti sociali del Comune avrebbe invitato questo utente a dormire per qualche giorno su una panchina… Un fatto che trovo scandaloso. Resto basita, senza parole, davanti a tanta insensibilità nei confronti di persone che, se usufruiscono del dormitorio comunale, sono già in evidente difficoltà. Spero che il prossimo assessore ai Servizi sociali faccia un po’ di pulizia all’interno del personale, selezionando chi davvero merita un posto al fianco dei disagiati”.
Il problema maggiore, però si presenterà il mese prossimo, quando il dormitorio potrebbe chiudere i battenti. “I Servizi sociali non sono stati mai in grado, finora, di dare risposte concrete per l’emergenza abitativa, per gli sfrattati e per i nuovi poveri. Il caso di via Respighi ne è stato un esempio lampante. Inoltre, a quanto mi risulta – continua Pappacena – non regge la scusa ‘ufficiale’ che le assistenti stanno facendo passare tra le persone che occupano la struttura di via Aspromonte, cioè la mancanza di fondi a causa delle dimissioni del sindaco Giovanni Di Giorgi. La realtà è un’altra: sembra che il Comune abbia vinto un bando per ospitare i rifugiati politici, servizio che viene affidato ai Comuni dietro rimborso. Adesso l’ente di Piazza del Popolo ci confermi o smentisca questa notizia. Aspettiamo risposte dal sindaco, seppure dimissionario, e dall’assessore, seppure con una delega in bilico”.
Se la realtà, il motivo della possibilità della chiusura del dormitorio pubblico è davvero l’arrivo dei rifiugiati, Pappacena esprime una riflessione: “È questo il futuro che vogliamo per Latina, dove un Comune abbandona i suoi cittadini più bisognosi per arraffare pochi spicci? Sicuramente anche i rifugiati hanno bisogno di ricovero, ma non ci sembra opportuno cacciare via chi, in città, ha bisogno di assistenza e di quel servizio essenziale soprattutto nelle fredde notti invernali. Si trovi un’altra sistemazione per gli eventuali nuovi arrivi. Ma soprattutto non si abbandonino i nostri poveri, non si mettano di nuovo in mezzo a una strada le persone senza un tetto. Attualmente ci sono 15 uomini e nessuna donna nel dormitorio, ma l’utenza con l’arrivo del freddo è destinata ad aumentare”.
Pappacena ha lanciato un hashtag su Facebook: #vergognatotale ed invita tutti coloro che si sentono indignati dalla chiusura del dormitorio a scrivere un commento sui propri social network seguito dallo stesso hashtag per sollecitare una risposta dal Comune e per indurlo a non chiudere la struttura di assistenza ai senzatetto.