Dopo la recente approvazione del documento sulla “Caratterizzazione delle aree agricole ripariali” della Valle del Sacco, con un finanziamento di 4 milioni di euro, che punta a valutarne lo stato di contaminazione e i relativi interventi di ripristino ambientale, con il piano di monitoraggio delle acque ad uso potabile, irriguo e domestico sarà possibile descrivere e determinare con accuratezza il grado di inquinamento idrico, secondo i parametri indicati dai decreti legislativi 31/2001 e 152/2006, con specifica attenzione ai marker delle contaminazioni del fiume Sacco, come esaclorocicloesano e altri fitofarmaci.
In particolare, questo intervento dovrà definire l’entità delle contaminazioni, anche di quelle collegate alle zone industriali; stabilire i valori di fondo per le acque sotterranee; individuare la zona di interazione e mixing falda-fiume Sacco; monitorare il livello di inquinamento delle acque per verificare l’efficacia degli interventi di contenimento e/o di bonifica, che verranno attivati dopo l’individuazione della sorgente puntuale o diffusa responsabile della contaminazione; valutare il grado di contaminazione delle falde sotterranee e stimarne l’eventuale estensione.
Monitorare le acque potabili irrigue e domestiche, pertanto, permetterà di avere un definitivo quadro aggiornato della situazione ambientale del SIN Bacino del Fiume Sacco, rappresentando lo stato di “salute” del territorio. L’intervento verrà realizzato in collaborazione con Arpa Lazio, Ispra, Asl e Istituto Superiore di Sanità e consentirà anche un’importante azione di controllo e sorveglianza sanitaria, insieme a quella epidemiologica, favorendo un’accurata misura di prevenzione e controllo del rischio sanitario.
“Le ultime due delibere regionali sulla bonifica della Valle del Sacco prevedono un finanziamento complessivo di 5,7 milioni di euro: la disponibilità di acqua potabile è un elemento fondamentale per determinare lo stato di salute e di benessere di un territorio: il monitoraggio della qualità idrica sulle reti di distribuzione e sulla falda acquifera permetterà di attuare ogni possibile azione di mitigazione del rischio ambientale e sanitario a tutela della collettività” dichiara Massimiliano Valeriani, assessore al Ciclo dei Rifiuti della Regione Lazio.