Prendiamo atto che quella maggioranza targata LBC, che aveva promesso un cambiamento risulterebbero, apprendendo la notizia dagli organi di stampa, indagati per falsità in atto pubblico, abuso d’ufficio, e lottizzazione abusiva.
Verificheranno gli inquirenti la sussistenza o meno del reato, noi ci limitiamo a denunciare la gravità politica dell’accaduto. Non possiamo infatti sottrarci dal nostro dovere, che è quello di domandare alla città come sia possibile continuare a ritenere affidabile questa maggioranza, la cui parola, fatti i dovuti distinguo, non è credibile.
Da garantisti che siamo, e lo siamo stati ieri e lo siamo oggi, siamo convinti, che le indagini devono avere il loro corso, crediamo però che ci sia un piano politico da affrontare. Questa è una vicenda scura, è il prezzo che si deve pagare all’arroganza di chi ha scelto di affrontare una campagna elettorale sbandierando ai quattro venti come solo loro potessero rappresentare trasparenza e Legalità, come pilastri del Bene Comune.
La prima qualità che deve possedere un politico e un buon amministratore è che la sua parola sia veritiera. Oggi sappiamo che le parole che questa maggioranza pronuncia potrebbero costituire addirittura una falsità in atto pubblico.
La giunta di Latina legittimamente, si e sempre costituita parte civile, anche per le cose più banali e relativamente a procedimenti urbanistici.
Ora per coerenza, il sindaco Coletta facesse un atto di responsabilità e dichiarasse pubblicamente che si difenderà dalle accuse a proprie spese e che il comune si costituirà parte civile qualora le accuse fossero fondate e le persone indagate venissero rinviate a giudizio.