La Regione Lazio ha recentemente deliberato uno stanziamento pari a 1 milione e 700 mila euro finalizzato alla promozione e valorizzazione delle Via Francigena in occasione del prossimo Giubileo. L’intero stanziamento è stato destinato purtroppo al solo tratto riguardante la Via Francigena del nord laziale.
Tutto questo è accaduto anche e soprattutto a fronte dell’inerzia sia politica che tecnica e amministrativa dimostrata in particolare da parte della struttura dirigenziale competente della Provincia di Latina.
Il tratto della via Francigena del Sud , il cui percorso coincide con l’Antica Appia, risulta essere tra i più apprezzati dai pellegrini italiani e stranieri proprio in virtù dei suoi grandi valori storico-religiosi, culturali e ambientali.
Su questo progetto, di valenza europea, la precedente Giunta provinciale aveva ottenuto importanti risultati e riconoscimenti in abito regionale e internazionale producendo, d’intesa con i comuni interessati, azioni promozionali, progettuali ed una organizzazione operativa e funzionale anche ai fini dello sviluppo turistico del nostro territorio provinciale.
Insomma abbiamo lasciato in eredità, dichiara l’ex Assessore provinciale, un patrimonio progettuale ed una organizzazione invidiataci anche da altri territori del nord laziale e del frusinate. Un patrimonio anche umano che purtroppo, afferma D’Arco, è stato letteralmente distrutto in breve tempo da una Direzione burocratizzata, incapace e cervellotica, tanto da fare escludere la Via Francigena del Sud dai recenti finanziamenti regionali.
In questo quadro desolante apprendiamo però con entusiasmo che la Soprintendenza Archeologica del Lazio, contrariamente dalla Provincia, ha proposto nelle iniziative Giubilari l’inserimento dell’Appia Antica a sud di Roma, il cui percorso coincide sia con la Via Francigena sia con il Cammino di San Paolo.
Si tratta adesso di rimediare all’inerzia della Provincia, conclude D’Arco, di non disperdere questa ulteriore occasione di sviluppo e di sostenere concretamente il progetto della Soprintendenza Archeologica del Lazio, sia da parte della Regione Lazio sia da parte di tutti i comuni interessati, il cui percorso attraversa longitudinalmente l’intero territorio pontino; da Latina fino a Minturno.
Silvio D’Arco