mercoledì 09 Ottobre 2024,

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Viaggio in Italia

scritto da Redazione
Viaggio in Italia

Lo scopo di questo mio magnifico viaggio non è quello d’illudermi, bensì di conoscere me stesso nel rapporto con gli oggetti’.

L’inciso con il quale di Johann Wolfgang Goethe giustifica la volontà di intraprendere quello che diventerà Viaggio in Italia, saggio capolavoro di inizio Ottocento, è il medesimo che ha portato Cardan (Carlo D’Antonio) a ripercorrere le latitudini secondo la lezione dell’arte. Il viaggio di Cardan tenta di stabilire la relazione con i luoghi e con le peculiarità che consentono ai luoghi di sedimentare nella memoria collettiva. In talune circostanze quel particolare taglio di luce, quella singolare rarefazione dell’atmosfera è il personale uso del colore, conferiscono alle opere di Cardan la capacità di instaurare connessioni a prescindere dal linguaggio utilizzato.

Del resto l’evoluzione della sua pittura non ha perduto, nel tempo, l’abilità distintiva di porsi fra l’astratto e la rappresentazione fedele di quanto visto, ponendo alternativamente l’approccio figurativo al servizio di quello informale e viceversa. Una versione dell’identità di quei luoghi che non risiede necessariamente nella loro forma esteriore ma nell’impatto emotivo generato. Magari attingendo anche dall’universo dell’arte inteso come serie di capolavori, non solo italiani, divenuti icone dei talenti che li hanno prodotti e delle virtù che esprimono. Ricco è il carnet di citazioni: dal Canal Grande di Monet nella veduta che l’artista realizza della Basilica di Santa Maria della Salute, alle sinuosità botticelliane della Primavera e della Venere in alcune opere orientate alla figura. In questo senso non sia d’inganno l’approccio minimale alla rappresentazione di scorci iconici delle più importanti città italiane, interpretazione dichiarata dell’esperienza del Grand Tour, poiché la sintesi operata da Cardan nel modo di figurare le proprie realtà, è frutto di scelte che guardano oltre il mero significato del singolo segno.

Prive di orpelli squisitamente estetici, le opere di Cardan lasciano all’osservatore lo spazio necessario per subire fascinazione. È una sintesi visiva che distilla le sole informazioni sufficienti all’identificazione del contesto, affinché ognuno possa convertire la propria emozione da ambiguità semantica a comunicazione universale, così come le istantanee dei luoghi sono in grado di esprimere bellezza universale.

Roma e Castel Sant’Angelo, Milano e il Duomo, Napoli e il Vesuvio, Venezia e la citata Basilica di San Marco assumono, quindi, un ruolo fondamentale nella elaborazione della funzione didattica alla luce di quella filosofica. Il valore didascalico dei quadri abdica in favore di una rotta che non rappresenta essenzialmente il taccuino del viaggiatore, ma esprime una profonda esplorazione dei temi dell’identità, dell’estetica e delle relazioni tra uomo e natura, svincolandosi da schemi rigidi e inibitori. Il massimo comun denominatore per comprendere il passaggio dal Neoclassicismo al Romanticismo.

Gianni Caputo

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