Voglio essere sincera: non c’è stato negli ultimi anni e soprattutto durante il mio impegno di consigliere in Regione Lazio, che discutendo delle sorti di Terracina non abbia voluto approfondire le sue questioni politiche, economiche e sociali.
Riconosco anche che al termine di queste riflessioni – discussioni verificavo un’anomalia sostanziale, che mi portava a interrogarmi sulle motivazioni per le quali una città ricca di preesistenze storiche, cultura, bellezze paesaggistiche; con spiagge urbane da far invidia a località turistiche di valenza nazionale e internazionale, non avesse ancora incontrato il vero sviluppo.
Le cause di questa débâcle, di volta in volta, erano state poste in capo alla responsabilità di un sindaco e un’amministrazione improvvida, altre volte alle perniciose congiure di “palazzo” che evidentemente tarpavano le ali alla classe dirigente eletta.
E così per decenni.
In ogni caso duole affermare oggi che Terracina è stata ed è ancora la città delle occasioni perdute.
Opportunità perse che non ci spaventano in proiezione futura, come non ci intimoriscono i disastri compiuti al bilancio comunale con il quale anche la prossima amministrazione dovrà fare i conti.
Vogliamo con forza una Città con un’amministrazione normale, capace di tappare le buche, gestire al meglio i servizi a domanda individuale e nel frattempo capace di programmare con accortezza e fermezza il suo futuro prossimo.
Infine, anche negli ultimi giorni di campagna elettorale resteranno lontane da noi le promesse di “miracoli” da compiere una volta eletti.
Per questi riteniamo più utile una cristiana raccomandazione al Dio misericordioso.
“Sì Cambia” con Gina Cetrone per Corradini sindaco di Terracina
Terracina città pulita
Il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani è il primo punto e riteniamo anche il più importante per impegno finanziario e per le ricadute sul vivere sociale dei terracinesi.
Mai in questi anni c’è stato raccontato un appalto che venisse, non dico totalmente in favore del cittadino – contribuente, ma che premiasse la loro partecipazione virtuosa a ristoro parziale della tariffa da corrispondere.
Anche l’ultima gara di appalto ha prodotto atti burocratici inappropriati, tanto che la ditta vincitrice è stata poi esclusa con sentenza da un Tribunale della Repubblica in favore del secondo classificato.
Inquinamento dei fiumi e del mare
L’inquinamento dei fiumi e del mare di Terracina è una questione importante, che pregiudica fortemente l’immagine turistica della città.
La nostra proposta è di avviare un’indagine su chi effettivamente inquina le acque dei fiumi che sfociano nella baia di Terracina.
Vogliamo conoscere i nomi e cognomi se sono cittadini, i legali rappresentanti se sono aziende o amministrazioni comunali non in regola con il corretto funzionamento dei depuratori.
Recupero dell’evasione ed elusione dei tributi
Salvo qualche blanda iniziativa il recupero dell’evasione e dell’elusione dei tributi, che ricordiamo, produce un buco enorme all’asfittico bilancio comunale, è sostanzialmente fermo all’anno zero.
Noi pensiamo di intraprendere un percorso virtuoso con la possibilità, in tempo reale, di immettere a ruolo tutti quelli che approdano sul nostro territorio, anche solo per qualche mese.
Occorre però creare una vera e propria struttura operativa all’interno del Comune, che sia capace di incrociare le varie banche dati, bussando poi alla porta di casa o aziendale di chi si è dimenticato di pagare il dovuto o l’ha eluso.
Non si tratta di porre in campo una squadra di novelli “gabellieri” del terzo millennio, ma procedere con cognizione di causa a intercettare nel variegato mondo degli evasori e degli elusori tutti quelli che con il loro comportamento arrecano danni gravi allo sviluppo economico e sociale della comunità terracinese.
Riqualificare la burocrazia del Comune
Un’amministrazione che si vuole virtuosa e responsabile deve superare in meglio l’attuale organizzazione del lavoro dell’ente.
Affermo questo dopo aver costatato di persona quanto sia farraginoso e poco rispondente alle rinnovate esigenze dei cittadini il lavoro dei dipendenti comunali.
Per questa ragione c’è da operare un forte richiamo alla responsabilità di tutti i dipendenti, motivandoli anche sotto l’aspetto di un’operatività in favore di una città che merita di essere servita con amore.
Due problemi da risolvere su tutti:
Riprogettare i servizi sociali
Consegnare a ogni cittadino di Terracina e soprattutto a chi è in stato di bisogno un nuovo patto di coesione sociale.
Un welfare che si ponga l’obiettivo di migliorare la struttura sociale attraverso la riforma dei servizi già esistenti e l’avvio di nuovi progetti.
L’intero settore dovrà avere inoltre un Monitoraggio – Osservatorio in grado di attenzionare le dinamiche sociali per indirizzare al meglio gli interventi mirati ai bisogni individuati, ma anche valutare l’efficacia e dunque l’eliminazione per quelli inadeguati.
Oltre al Monitoraggio – Osservatorio delle azioni programmate, c’è bisogno della Carta dei Servizi, che in maniera trasparente illustri al cittadino ogni azione posta in campo e come raggiungerla.
Un turismo diverso e di qualità
Se si vuole far diventare Terracina una città importante tra quelle turistiche della regione Lazio e d’Italia, si devono raggiungere alcuni parametri imprescindibili: la qualità delle acque interne e del mare, una spiaggia che deve ritornare a essere quella degli anni d’oro, un territorio che dal centro città passando per le frazioni sia all’altezza per arredo urbano, verde pubblico, raccolta super efficiente dei rifiuti, apertura dei monumenti e dei siti storici dove organizzare gli eventi.
Redditualità del patrimonio storico – culturale
Porre a reddito il patrimonio storico – architettonico è possibile.
Si possono iniziare a fare cose concrete anche nell’arco di una consiliatura, se si abbandonano però le faraoniche illusioni di progetti impossibili per tanti ordini di fattori, non per ultimo quello dei costi.
Pensiamo ad esempio all’eventualità di creare un Albergo storico diffuso sulla parte alta della città.
Terracina Alta, infatti, ha tutte le caratteristiche per una simile iniziativa: perché ha un modello consolidato di ospitalità turistica, soprattutto straniera; perchè ha la capacità di accogliere i turisti all’interno di un perimetro concentrato di monumenti che raccontano millenni di avvenimenti storici, quindi luogo ideale per organizzare un “Albergo Storico Diffuso”.
Si possono poi costituire i cooperative socio – culturali per la gestione del patrimonio storico disponibile: l’Area del Tempio di Giove, il Castello Frangipane, il Convento di San Francesco, Palazzo Braschi, Palazzo della Bonifica, il Teatro Romano (in fase di escavo), per dare vita ad un vero e proprio museo diffuso visitabile sempre: in estate e in inverno, sette giorni su sette.
Impiantistica e pratica sportiva
Una seria ricognizione tecnica va fatta per conoscere il reale stato dell’arte delle strutture deputate alle attività sportive presenti sul territorio, con la loro eventuale ristrutturazione.
L’indirizzo amministrativo in questo segmento deve essere chiaro da subito: prima di pensare alla progettazione e costruzione di nuove strutture sportive o all’accensione di mutui, quelle esistenti devono essere poste nella condizione di funzionare al meglio delle loro possibilità e con il minor impegno economico possibile per il Comune.
All’interno di questo quadro c’è poi da riprendere il cammino educativo allo sport per le nuove generazioni di terracinesi.
Il Comune di Terracina deve guardare alla pratica sportiva come diritto del cittadino, oltre ad un formidabile strumento di socializzazione e inclusione, ma soprattutto tesa al benessere psicofisico dell’individuo.
Si può ampliare l’offerta della pratica sportiva in maniera diffusa e libera anche passando attraverso la disposizione di attrezzature ginniche all’interno delle aree verdi e i parchi pubblici della città.
Infine, buona cosa sarà mantenere costante il confronto e il dialogo con tutte le società sportive, con incontri periodici capaci di comprendere le nuove esigenze o difficoltà.
Per una città ordinata
Una delle problematiche a più alta lamentazione dei terracinesi riguarda il degrado che la città presenta sotto il profilo dell’arredo urbano, la manutenzione di parchi e giardini, oltre all’impossibilità per i portatori di handicap di deambulare lungo i marciapiedi cittadini, del centro come in periferia.
Riteniamo che a tutti i cittadini piaccia avere la possibilità di sedersi su una panchina non vandalizzata, oppure passeggiare tra il verde super curato in uno dei parchi cittadini.
Se il terracinese deve vivere nella “città di tutti e per tutti” con criteri di partecipazione attiva, anche l’Istituzione comunale deve offrire un nuovo percorso di gestione delle zone collettive.
E allora che fare?
Innanzitutto programmare l’apertura del Parco del Montuno, un polmone verde in posizione dominante, crudelmente abbandonato a se stesso e in preda al vandalismo più sfrenato che l’ha ridotto ai minimi termini.
Questo deve essere sistemato con adeguate essenze arboree, giochi per bambini, punto di ristoro, guardiania, bau parco e videosorveglianza 24/24.
Per gli altri parchi cittadini: la Pineta, quello posto all’ingresso sud di Terracina, l’area di villa Tomassini e Chezzi, di via Bachelet e di Borgo Hermada, la manutenzione e cura del verde potrebbe essere affidata a cooperative di giovani terracinesi e la guadiania mutuando il progetto dei “nonni vigili”.
C’è poi da redigere un piano tecnico operativo per la sistemazione degli “scivoli” per rendere il quotidiano meno difficile per chi ha la sfortuna di convivere con l’handicap.
Altro inderogabile progetto è di non lasciare più spazio “gratuito” ai vandali.
E’, infatti, troppo facile oggi vandalizzare gli arredi urbani senza pagarne le conseguenze.
I finanziamenti per la videosorveglianza ci sono da anni e diversi di questi “occhi elettronici” devono essere puntanti su zone sensibili e a rischio sociale della città, pronti a registrare ogni eventuale atto distruttore che, ricordo, costa ogni anno al contribuente centinaia di migliaia di euro.
Controllo del territorio e contrasto alle illegalità
I residenti a Borgo Hermada, La Fiora e di tutte le periferie del territorio comunale sentono ogni giorno di più sulla loro pelle le precarie condizioni di vivibilità del loro circondario.
Non è una critica senza fondamento ma un dato accertato e consolidato nel corso dei decenni, basta guardare a Borgo Hermada che da luogo ameno è diventato accogliente solo per le consorterie malavitose, che qui hanno trovato tutte le garanzie di anonimato e sicurezza per far prosperare le loro attività illegali.
Guardando al futuro prossimo, possiamo limitare il degrado e ridare certezza di cittadinanza alle migliaia di terracinesi sparsi nei borghi e nelle frazioni, dotando il territorio di un’efficace videosorveglianza e un progetto di controllo fatto di pattugliamenti continui della Polizia Locale in concorso con le Forze dell’Ordine.
Com’è necessario stilare un programma di conoscenza delle proprietà immobiliari affittate agli stranieri e soprattutto un regolare controllo su chi in quelle abitazioni ci vive.
Gina Cetrone
“Sì Cambia”
Lista civica per il buon governo di Terracina