Sono stati rinnovati per il biennio 2017-2018, e ne potranno usufruire molte più mamme, i cosiddetti voucher per l’acquisto di servizi di baby-sitting o di prestazioni legate all’infanzia.
Come stabilito dall’ultima legge di bilancio ne potranno usufruire le lavoratrici dipendenti del settore pubblico o privato e le lavoratrici iscritte alla gestione separata (quindi libere professioniste che non risultino iscritte ad altra forma previdenziale obbligatoria e non siano pensionate). A queste si aggiungono le lavoratrici autonome o imprenditrici (comprese le coltivatrici dirette, mezzadre e colone; le artigiane ed esercenti attività commerciali; le imprenditrici agricole a titolo principale, nonché le pescatrici autonome della piccola pesca marittima e delle acque interne) che già potevano usufruire del voucher nel 2016.
Non potranno usufruirne le lavoratrici esentate totalmente dal pagamento della rete pubblica dei servizi per l’infanzia o dei servizi privati convenzionati, e le mamme che usufruiscono dei benefici istituiti dal Fondo per le Politiche relative ai diritti ed alle pari opportunità.
“Occorre però fare attenzione e capire quando sia conveniente e quando no ricorrere ai voucher – spiega il consigliere provinciale delle Acli con delega all’orientamento giuridico Cristina Di Pofi -. Il voucher rappresenta infatti un’alternativa all’intero congedo parentale o a una parte di esso. In altri termini il beneficio può essere chiesto o alla fine del congedo di maternità o comunque entro gli undici mesi successivi, sia dalle lavoratrici che non abbiano ancora iniziato a godere del congedo parentale oppure da quelle che ne abbiano goduto solo in parte. In ogni caso si tratta di un importo di 600 euro mensili per un periodo massimo di sei mesi (che invece scendono a tre se a fare la richiesta è una lavoratrice autonoma o iscritta alla Gestione Separata). Di norma la domanda può essere presentata tramite il canale telematico del sito Inps, accedendo con il PIN dispositivo, o altrimenti, anche in mancanza delle credenziali Inps, vi è sempre la possibilità di rivolgersi a un CAF/Patronato”.
“ Un passaggio agli sportelli è comunque sempre consigliato – sottolinea il consigliere provinciale delle Acli con delega alle politiche sociali Agostino Mastrogiacomo – perché al momento della richiesta la mamma lavoratrice, fra le altre cose, dovrà dichiarare di aver già presentato un Isee in corso di validità. Ciò vuol dire che prima ancora di inoltrare la richiesta ai fini del bonus-voucher, la neo-mamma dovrà dotarsi di un Isee valido.
Al momento dell’istanza la mamma richiedente dovrà inoltre indicare a quale dei due benefici intende accedere (voucher baby-sitting o servizi pubblici/privati per l’infanzia) e in caso di scelta del contributo per far fronte agli oneri della rete pubblica dei servizi per l’infanzia o dei servizi privati accreditati, dovrà indicare la struttura per l’infanzia (pubblica o privata accreditata) nella quale la lavoratrice stessa ha effettuato l’iscrizione del minore; sarà necessario inoltre indicare il periodo di fruizione del beneficio, specificando il numero di mesi e dichiarare la rinuncia alla fruizione del corrispondente numero di mesi di congedo parentale.
A seconda del servizio scelto cambia la modalità di erogazione del contributo. Per la fruizione della rete pubblica dei servizi per l’infanzia o dei servizi privati accreditati viene erogato attraverso pagamento diretto, alla struttura scolastica prescelta dalla madre, l’importo di 600 euro mensili per ogni mese di congedo parentale non fruito. Viceversa il contributo per il pagamento dei servizi di baby-sitting (cd “voucher”) viene erogato “attraverso il sistema di buoni lavoro ex art. 72 del decreto legislativo n. 276 del 10 settembre 2003”. L’Inps pertanto erogherà 600 euro in voucher per ogni mese di congedo parentale non fruito dalla lavoratrice. I voucher saranno quindi corrisposti “in modalità telematica e dovranno essere presi in carico entro e non oltre 120 giorni dalla ricevuta comunicazione di accoglimento della domanda”.
“Non possiamo far altro che compiacerci di questi strumenti legislativi che mirano a far conciliare il ruolo di genitori e quello di lavoratori – spiega il presidente provinciale e commissario regionale di Acli Terra Nicola Tavoletta -. Siamo in prima linea per ogni tipo di agevolazione che riconosca ai lavoratori autonomi, agricoltori, pescatori e piccoli imprenditori, il loro ruolo nell’attuale sistema di welfare sociale che spesso invece non viene valorizzato. E’ per questo che ci stiamo battendo per l’approvazione del disegno di legge sul riconoscimento della figura del caregiver e cerchiamo di diffondere il più possibile gli strumenti legislativi che già sono stati attivati dal governo”.