“Il degrado in cui versa l’isola di Zannone, cuore delle isole pontine e gioiello naturale per il Lazio, l’Italia e l’Europa, deve essere risolto e nell’immediato. Per queste ragioni ho depositato una interrogazione, al Ministro dell’Ambiente della Tutela del Territorio e del Mare e al Ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, chiedendogli di intervenire commissariando l’Ente Parco Nazionale del Circeo, viste le inadempienze riscontrate nella gestione dell’isola di Zannone, e di valutare la possibilità che l’isola di Zannone venga restituita al proprietario, il Comune di Ponza, con precisi vincoli di Area Naturale Protetta a gestione comunale, per una vera valorizzazione delle risorse naturali e ambientali, nonché per una fruizione turistica regolata e rispettosa della straordinaria bellezza dell’isola. Quesiti chiari, non strumentalizzabili, che nascono dalla ferma volontà di procedere non contro qualcuno, quanto piuttosto di chiudere una volta per tutte questa inaccettabile situazione di abbandono dell’isola. Oggi chi aveva delle responsabilità nella gestione e tutela dell’isola non ha svolto le funzioni che gli sono state attribuite. Il risultato è quella emergenza perfettamente rappresentata dal reportage fotografico del sindaco di Ponza, Piero Vigorelli, che legittimamente ed ufficialmente, ha denunciato una situazione non più sostenibile. Le foto parlano da sole. Negarne il contenuto è impossibile. Così come non credo abbia bisogno di commenti la notizia dei 6 cadaveri di mufloni, una specie in via di estinzione, lasciati morire di fame sul sentiero che porta dal mare al Faro di Capo Nigro. I fatti sono conosciuti e hanno portato il caso dell’isola di Zannone anche alla ribalta, in negativo ovviamente, nazionale. Quello che dovrebbe essere il simbolo della storia, dell’archeologia, di un ambiente puro ed incontaminato, è diventata una discarica a cielo aperto. I resti del Monastero medievale Benedettino sono nella totale incuria. La Villa comunale è ridotta ad un rudere a causa di decenni di mancata manutenzione. L’area in cui fino al 2006 il Corpo forestale dello Stato aveva i suoi alloggi e dove il Parco nazionale del Circeo aveva allestito i suoi uffici, è segnata da rifiuti di ogni genere, tra cui sanitari, reti metalliche, inerti dell’edilizia, porte e finestre della Villa, nonché da centinaia di scatole nere per la cattura dei roditori e centinaia di esche velenose sparse ovunque. Oggi sull’isola, a seguito della chiusura degli uffici del Parco e della soppressione del presidio della Forestale non insistono più attività, di vigilanza e/o di promozione, tra l’altro già estremamente esigue, da parte degli enti legalmente preposti. Le iniziative di mediazione del Ministro dell’Ambiente, non ultima quella del 26 settembre 2016 sono rimaste, inspiegabilmente, prive di effetti. E l’isola di Zannone resta vittima di gestioni che negli anni sembrano averla considerata una mera escrescenza all’interno del Parco. Oggi il nostro obiettivo è fare chiarezza e comprendere se chi era preposto agli interventi di manutenzione, ordinaria e straordinaria, dell’isola di Zannone e del suo habitat ha svolto a pieno le sue funzioni. Non si tratta di una caccia alle streghe. Si tratta di una battaglia di civiltà volta ad aumentare e garantire quelle tutele ambientali su un’isola che è patrimonio non del Parco o di chicchessia ma dell’Italia e dell’umanità”.
Lo dichiara in una nota il Senatore e Coordinatore regionale di Forza Italia Lazio, Claudio Fazzone